Ridefinire il “patto di stabilità” con lo Stato e prestare attenzione a welfare, lavoro e formazione. Queste le richieste del sindacato alla Regione, dopo il primo incontro con il Presidente Renzo Tondo in materia di finanziaria regionale 2013.

Cassa integrazione, mobilità e disoccupazione hanno ormai raggiunto livelli allarmanti. Cresce,
corrispondentemente, l’area del disagio sociale, se non della vera e propria povertà.
La legge finanziaria nazionale (cosiddetta legge di stabilità), ancora una volta improntata a misure di contenimento della spesa piuttosto che a politiche di rilancio dell’economia, non farà che alimentare la spirale della recessione.
La finanziaria regionale, decurtata per l’anno 2013 di ulteriori 400 milioni, è il riflesso di tali contraddizioni.
In totale le manovre nazionali 2011-2012 hanno prodotto, per il Friuli Venezia Giulia, tagli pari a oltre 1 miliardo: si tratta di provvedimenti che, per il loro impatto, rischiano di minare le ragioni stesse della nostra specialità.
Occorre perciò che la Regione si impegni a ridefinire il “patto di stabilità” con lo Stato: da
un lato ponendo fine a un contenzioso istituzionale che risulta sempre più stucchevole, se non del tutto controproducente; dall’altro rivendicando tutte le partecipazioni fiscali che ci spettano, cancellando poste che risultano tanto virtuali nelle motivazioni (come il contributo per l’attuazione del federalismo fiscale) , quanto sostanziali nella portata (370 milioni).
Nel frattempo, si registra un’inevitabile distanza tra le necessità del nostro sistema socio-economico e la capacità della finanziaria regionale di dare le risposte.
Nella limitatezza delle risorse disponibili, riteniamo necessario superare tutti i localismi e particolarismi concentrandosi su misure che favoriscano la coesione sociale e alimentino la speranza di futuro, focalizzando quindi l’attenzione sui temi del welfare, del lavoro e della
formazione.
Sarà su queste basi e su queste priorità che misureremo l’operato della Regione.