ZORN-CALABRÒ: VANNO SALVAGUARDATI OCCUPAZIONE, DIRITTI E PROSPETTIVE DI INVESTIMENTO
“Le concessioni balneari vanno assegnate con gare trasparenti perché non si può tollerare ancora nel 2023 che un bene dello Stato sia gestito con logiche consuetudinarie, difendendo posizioni di privilegio di fatto e impedendo a nuove imprese l’accesso in un settore economico”. Lo chiedono il segretari del Friuli Venezia Giulia della UIL, Matteo Zorn, e della UILTuCS Matteo Calabrò, chiedendo che il governo e il Parlamento smettano di tentennare sul recepimento della direttiva Bolkestein per quanto riguarda le concessioni balneari e sblocchino una parte importante del settore turistico.
Le nuove concessioni devono avere una lunghezza adatta per dare spazio e prospettive agli investimenti e allo sviluppo degli stabilimenti, e soprattutto perché vengano tutelati i diritti di lavoratrici e lavoratori del turismo, tra i più colpiti dalla precarietà, sottolineano Zorn e Calabrò. Particolare attenzione va posta sul passaggio dei dipendenti tra il vecchio e il nuovo concessionario, perché siano salvaguardati i livelli occupazionali, i trattamenti economici e normativi previsti dal contratto collettivo nazionale sul turismo, e quelli territoriali ed aziendali vigenti alla data del trasferimento, come prevede l’articolo 2112 del codice civile.
“Il limbo in cui viene costretto il settore delle concessioni balneari da oltre 15 anni, con promesse elettoralistiche, interpretazioni mutevoli, fughe in avanti e ritirate su rinnovi e durate – concludono i segretari di UIL e UILTuCS del Friuli Venezia Giulia – ha creato più danni reali di quanti avrebbe potuto mai provocare la più pessimistica interpretazione della direttiva europea sulla concorrenza”.