Il Coordinamento delle Pari Opportunità della UIL, in un recente incontro in vista del 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, ha deciso di dare spazio alla riflessione e all’elaborazione di un pensiero, convinte che ogni iniziativa debba attingere a un tessuto culturale consolidato in anni di esperienze di vita in tutti i settori del vivere sociale.

Dopo un’analisi e un confronto sul gap salariale e pensionistico, presente anche a livello regionale, come emerso dal rendiconto sociale dell’INPS e vissuto con profondo disagio sia dalle lavoratrici sia dalle pensionate, le presenti al Coordinamento hanno messo a fuoco il problema della violenza contro le donne. È un fatto ormai noto e diffuso, non solo dai mass media e dai social network, ma anche dai dati dei centri antiviolenza presenti sul territorio regionale. È sempre più evidente come siano numerosi gli uomini che violentano, uccidono e maltrattano le donne, e questa piaga va combattuta e contrastata attraverso, prima di tutto, un lavoro culturale profondo nella società.

In coerenza con questa riflessione, il gruppo Donne della UIL FVG, consapevole dell’importanza di costruire un approccio culturale profondo, si è confrontato partendo da alcuni scritti lasciati nel corso degli anni da donne e uomini appartenenti a vari ambiti della cultura, che hanno testimoniato in modo significativo sul tema della violenza contro le donne nella società.

Durante l’incontro del Coordinamento si sono formati tre gruppi di lavoro:

  1. “Violenza alle donne uguale a violenza all’umanità”
  2. “La debolezza degli uomini, prima causa di violenza”
  3. “La forza delle donne”

Il primo gruppo di lavoro ha condiviso lo scritto di Elie Wiesel:
“Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima. Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.”
È stato sottolineato quanto il silenzio, l’omertà e la paura ci rendano complici, e quante volte si assista, anche nei luoghi di lavoro, ad atteggiamenti simili.

Alcune partecipanti del gruppo hanno evidenziato la gravità della violenza verbale che, come ha scritto il teologo Gianfranco Ravasi:
“Il più delle volte a ricorrere all’aggressione verbale o reale è proprio chi è in errore e non ha la possibilità di prevalere con la realtà dei fatti e la coerenza della logica.”

L’attrice Nicole Kidman, con l’affermazione:
“La violenza contro le donne è una spaventosa violazione dei diritti umani. Ma non è inevitabile. Possiamo porre fine a tutto questo.”
ha centrato il tema della violazione dei diritti umani e ha dato al gruppo la possibilità di discutere su come combattere la violenza e la negazione dei diritti in tutti gli ambiti di vita.

Sempre sul tema dei diritti e delle ingiustizie è stata citata la frase di Martin Luther King:
“Un’ingiustizia commessa in un solo luogo è una minaccia per la giustizia in ogni luogo.”
È compito del sindacato far fronte comune contro le ingiustizie. Per sottolineare quanto la violenza sulle donne sia anche una violazione dei diritti umani, Kofi Annan disse:
“La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani.”

Il secondo gruppo di lavoro ha trovato particolarmente attuale quanto scrisse Johann Wolfgang Goethe:
“Chi è nell’errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza.”
Troppi casi di violenza contro le donne vengono perpetrati da uomini deboli e irrisolti.

Sulla stessa linea, Simone de Beauvoir scriveva:
“Nessuno, di fronte alle donne, è più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità.”
e ancora:
“Le donne che non hanno paura degli uomini li spaventano.”

La violenza derivante dalla debolezza è stata evidenziata in modo molto incisivo da Michela Marzano:
“Quanto più la donna cerca di affermarsi come uguale in dignità, valore e diritti all’uomo, tanto più l’uomo reagisce in modo violento. La paura di perdere anche solo alcune briciole di potere lo rende volgare, aggressivo e violento.”

Il terzo gruppo di lavoro – “La forza delle donne” – ha analizzato e commentato il pensiero di Mahatma Gandhi:
“Chiamare la donna il sesso debole è una calunnia; è un’ingiustizia dell’uomo nei confronti della donna. Se per forza s’intende la forza bruta, allora sì, la donna è meno brutale dell’uomo. Se per forza s’intende la forza morale, allora la donna è infinitamente superiore all’uomo. Non ha maggiore intuizione, maggiore abnegazione, maggior forza di sopportazione, maggior coraggio? Senza di lei l’uomo non potrebbe essere. Se la non violenza è la legge della nostra esistenza, il futuro è con la donna. Chi può fare appello al cuore più efficacemente della donna?”

Il pensiero di Gandhi ha stimolato il dibattito sull’importante contributo che le donne possono portare nella società, favorendo un cambiamento delle logiche asfittiche che hanno alimentato individualismo, egoismo e poca attenzione ai bisogni della comunità. Le donne, nei secoli, hanno tessuto relazioni e si sono prese cura delle famiglie, delle persone e delle comunità. Se si vuole un cambiamento di rotta per costruire una società più giusta, più attenta al sociale e alla dignità delle persone, la vera forza sta nelle donne.

Magda Gruarin – Coordinamento Pari Opportunità UIL FVG